Ci sono pochi studi sulla prognosi dopo una prima emorragia intracerebrale, e sono state segnalate grandi differenze nei tassi di mortalità.
L’obiettivo di uno studio è stato quello di valutare il tasso di mortalità e di recidiva di ictus in relazione alle caratteristiche di emorragia, ai fattori demografici e clinici, in una grande coorte di pazienti non-selezionati.
Sono stati analizzati i casi consecutivi di emorragia intracerebrale primaria dal 1993 al 2000 in un registro prospettico per l’ictus relativo alla regione di Malmö, in Svezia ( popolazione di circa 250.000 abitanti ). In seguito sono stati esaminati i tassi di mortalità e recidiva durante 3 anni e 28 giorni di follow-up.
Sono stati individuati complessivamente 474 casi ( 46% donne ).
Nei pazienti con meno di 75 anni di età, il 20% delle donne e il 23% degli uomini sono morti entro 28 giorni ( P=0.38 ).
Nei pazienti di età maggiore di 75 anni la mortalità è stata, rispettivamente, del 26% e del 41% ( P=0.02 ).
Il sesso maschile è risultato essere un fattore di rischio indipendente sia per la mortalità a 28 giorni ( odds ratio, OR=1.5 ) sia per quella a 3 anni ( OR=1.7 ).
Altri predittori indipendenti di mortalità sono stati: età avanzata, posizione centrale o troncoencefalica delle emorragie, emorragie intraventricolari, aumento della volemia e calo del livello di coscienza.
Il tasso di recidiva è stato pari a 5.1 per 100 persone all’anno, del 2.3 per 100 persone all’anno per l'emorragia intracerebrale e del 2.8 per 100 persone all’anno per l’infarto cerebrale.
Solo l’età superiore a 65 anni era significativamente correlata a ictus ricorrente.
In conclusione, le donne hanno dimostrato una migliore sopravvivenza rispetto agli uomini dopo la prima emorragia intracerebrale. La differenza è in gran parte spiegata da una mortalità più alta a 28 giorni nei pazienti di sesso maschile sopra i 75 anni. Tuttavia, i motivi sottostanti a questi risultati sono ancora da esplorare. ( Xagena2009 )
Zia E et al, Stroke 2009; 40: 3567-3573
Neuro2009