Abbassare la pressione sanguigna previene l’ictus, ma i livelli target ottimali per prevenire l’ictus ricorrente non sono noti.
Nello studio SPS3 sono stati valutati gli effetti di diversi target di pressione sanguigna sul tasso di ictus ricorrente in pazienti con recente ictus lacunare.
Nello studio randomizzato e in aperto, sono stati arruolati pazienti che vivevano in nord America, America latina e Spagna e che avevano avuto in tempi recenti infarti lacunari sintomatici definiti con risonanza magnetica.
I pazienti sono stati reclutati nel periodo 2003-2011 e sono stati assegnati in maniera casuale, e in base a un disegno multifattoriale 2x2, a un target di pressione sistolica di 130-149 mmHg o meno di 130 mmHg.
L’endpoint primario era la riduzione in tutti gli ictus ( inclusi ictus ischemico ed emorragie intracraniche ).
Le analisi sono state condotte per intention to treat.
I 3.020 pazienti arruolati, 1.519 nel gruppo con target più alto e 1.501 in quello con target più basso, sono stati seguiti per un periodo medio di 3.7 anni.
L’età media era 63 anni.
Dopo 1 anno, la pressione sistolica media è stata pari a 138 mmHg nel gruppo con target più alto e 127 mmHg nel gruppo con target più basso.
Tassi di riduzione non-significativi sono stati osservati per tutti gli ictus ( hazard ratio, HR=0.81, p=0.08 ), ictus disabilitante o fatale ( HR=0.81, p=0.32 ) e l’esito composito di infarto del miocardio o decesso vascolare ( HR=0.84, p=0.32 ) con il target più basso.
Il tasso di emorragia intracerebrale si è ridotto significativamente ( HR=0.37, p=0.03 ).
Eventi avversi gravi correlati al trattamento sono risultati poco frequenti.
In conclusione, benché la riduzione dell’ictus non sia risultata significativa, questi risultati sono a sostegno della ipotesi che nei pazienti con recente ictus lacunare, l’uso di un target di pressione sistolica inferiore a 130 mmHg sia associato a benefici. ( Xagena2013 )
SPS3 Study Group, Lancet 2013; 382: 507-515
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