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Riabilitazione nei pazienti colpiti da diversi tipi di ictus


L'ictus è la terza maggiore causa di morte e la principale causa di disabilità cronica negli adulti in Italia. Più della metà dei pazienti che sopravvive al primo mese dopo un evento ictale richiederà riabilitazione specialistica.
La riabilitazione è, tuttavia, una risorsa costosa e limitata, e il suo successo dipende dall’attenta selezione dei pazienti.

L’obiettivo di uno studio è stato quello di identificare la capacità funzionale alla dimissione e dopo 1 anno di follow-up in un ampio campione di pazienti colpiti, per la prima volta, da ictus sulla base dei criteri OCSP ( Oxfordshire Community Stroke Project ).

Lo studio multicentrico osservazionale è stato condotto su 1.023 pazienti colpiti da un primo ictus, ricoverati presso 18 Centri italiani di riabilitazione ospedaliera nel periodo 1999-2000.

La popolazione in studio consisteva di 946 ( 92.4% ) pazienti dei 1.023 arruolati al basale.

Ogni paziente è stato prima valutato entro 72 ore dopo il ricovero e, una seconda volta, entro le 72 ore prima dalla dimissione.

Tra i 722 pazienti con ictus ischemici al basale, 76 sono deceduti dopo 1 anno di follow-up.

Dei 646 pazienti sopravvissuti, i dati al basale e dopo 1 anno di follow-up erano disponibili per 513 ( 79.0% ) partecipanti.

Su un totale di 1.023 ictus, nel 76.3% l’ictus era di tipo ischemico ( n=722 ), e nel 23.7% di tipo emorragico ( n=224 ).

Nell’ambito dell’ictus ischemico, l'infarto parziale del circolo anteriore ( PACI ) era la sindrome più frequente, con il 33.2% dei casi.
L’infarto della circolazione posteriore ( POCI ) è risultato il meno frequente ( 14.1% ).
L’infarto lacunare della circolazione anteriore ( LACI ) era presente nel 29.5% e, infine, l'infarto totale del circolo anteriore ( TACI ) era presente nel 23.2%.

Secondo i criteri OCSP, la sindrome TACI ha ricevuto in media 76.1 giorni di riabilitazione, che erano statisticamente diversi rispetto agli altri tre tipi di ictus.

Alla dimissione, l’indice Barthel ( BI ) e il punteggio alla scala FIM ( Functional Independence Scale ) dei pazienti affetti da TACI era significativamente più basso e più alto, rispettivamente, in confronto agli altri tre tipi di ictus. Tuttavia, questa differenza è scomparsa dopo 1 anno di follow-up.

Dallo studio è emerso che tra i sottotipi di ictus, TACI ha richiesto un numero maggiore di giorni di riabilitazione, rispetto agli altri tipi di ictus secondo i criteri OCSP.
Il programma di riabilitazione è risultato efficace nel migliorare la capacità funzionale dei pazienti colpiti da ictus, anche se il programma deve essere adattato in base al tipo di ictus. ( Xagena2010 )

Lauretani F et al, Eur J Phys Rehabil Med 2010;4 6: 511-516


Neuro2010



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