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Pressione sanguigna acuta post-ictus rispetto a livelli di pre-morbilità nella emorragia intracerebrale versus ictus ischemico maggiore


Si ritiene spesso che la pressione sanguigna aumenti in modo acuto dopo un ictus maggiore, portando alla cosiddetta ipertensione post-ictus.

Di fronte all’evidenza che rischi e benefici del trattamento per abbassare la pressione sanguigna nell’ictus acuto potrebbero mostrare differenze tra i pazienti con ictus ischemico maggiore e quelli con emorragia intracerebrale primaria, uno studio ha confrontato i livelli di pressione sanguigna della fase acuta e di pre-morbilità in queste due condizioni.

Nello studio di popolazione condotto nell’Oxfordshire ( Regno Unito ) sono stati reclutati tutti i pazienti presentatisi con ictus nel periodo 2002-2012.

Sono stati confrontati tutti i valori misurati di pressione sanguigna in fase acuta post-evento con i valori misurati in pre-morbilità da cartelle cliniche di 10 anni in tutti i pazienti con ictus ischemico acuto maggiore ( punteggio alla scala NIHSS [ National Institutes of Health Stroke Scale ] superiore a 3 ) versus quelli con emorragia intracerebrale acuta.

I valori di pressione sanguigna di pre-morbilità e di fase-acuta erano disponibili per 636 ( 97% ) dei 653 pazienti eleggibili consecutivi.

La pressione pre-morbilità ( 13244 misurazioni ) è stata determinata in 17 ( valore mediano ) separate occasioni per paziente.

Nei pazienti con ictus ischemico, la pressione sistolica della prima fase acuta è risultata molto più bassa che dopo emorragia intracerebrale ( 158.5 mmHg vs 189.8 mmHg, p inferiore a 0.0001; per i pazienti non in trattamento antipertensivo 159.2 mmHg vs 193.4 mmHg, p inferiore a 0.0001 ), era leggermente più alta rispetto ai livelli pre-morbilità ( aumento di 10.6 mmHg vs livello medio pre-morbilità a 10 anni ) ed è diminuita solo lievemente durante le prime 24 ore ( diminuzione media, da meno di 90 minuti a 24 ore, di 13.6 mmHg ).

Contrariamente a quanto emerso dalle osservazioni nell’ictus ischemico, la pressione sistolica media della prima fase acuta dopo emorragia intracerebrale è risultata sostanzialmente più alta rispetto ai livelli pre-morbiltà ( aumento medio di 40.7 mmHg, p inferiore a 0.0001 ) ed è diminuita in modo sostanziale nelle prime 24 ore ( diminuzione media di 41.1 mmHg; p=0.0007 per la differenza dalla diminuzione nell’ictus ischemico ).

La pressione sistolica media è aumentata in modo considerevole anche nei giorni e nelle settimane prima della emorragia intracerebrale ( regressione p inferiore a 0.0001 ) ma non prima dell’ictus ischemico.

Di conseguenza, la prima misurazione della pressione nella fase acuta dopo emorragia intracerebrale primaria rispetto a quella dopo ictus ischemico aveva maggior probabilità di essere la più alta mai registrata ( odds ratio, OR=3.4, p inferiore a 0.0001 ).

Nei pazienti con emorragia intracerebrale osservata entro 90 minuti, la più alta pressione sistolica entro 3 ore dalla insorgenza era più elevata di 50 mmHg, in media, rispetto al massimo livello pre-morbilità mentre quella dopo ictus ischemico è stata 5.2 mmHg più bassa ( p inferiore a 0.0001).

In conclusione, questi dati suggeriscono che la pressione sistolica risulta sostanzialmente aumentata rispetto ai livelli usuali di pre-morbilità dopo emorragia intracerebrale, mentre la pressione sistolica nella fase acuta dopo ictus ischemico maggiore è più vicina al consueto livello di pre-morbilità, fornendo una potenziale spiegazione al perché ci si possono attendere differenze nei rischi e benefici dall’abbassamento acuto della pressione dopo ictus. ( Xagena2014 )

Fischer U et al, Lancet Neurol 2014; 13: 374-384

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