E' stato studiato se incrociare le gambe può essere un indicatore prognostico nei pazienti con ictus grave.
In uno studio controllato prospettico osservazionale, sono stati osservati pazienti con forma grave di ictus che incrociavano le gambe durante la loro degenza in ospedale abbinati con una selezione casuale di pazienti con ictus grave che non incrociavano le gambe.
I pazienti sono stati valutati al momento del ricovero, il giorno che hanno incrociato le gambe, al momento della dimissione e a 1 anno dopo la dimissione.
Sono state utilizzate le scale: GCS ( Glasgow Coma Scale ), NIHSS ( NIH Stroke Scale ), mRS ( modified Rankin Scale ), e BI ( Barthel Index ).
I pazienti che hanno incrociato le gambe ( n=34 ) e i controlli abbinati ( n=34 ) non differivano in nessuna scala al momento del ricovero.
Al momento della dimissione, non sono state osservate differenze alla scala GCS, mentre la scala NIHSS era migliore nei pazienti in grado di incrociare le gambe ( 6.5 vs 10.6, p=0.0026 ), così come mRS ( 3.4 vs 5.1, p inferiore a 0.001 ), e BI ( 34.0 vs 21.1, p=0.0073 ).
A 1 anno di follow-up, mRS ( 2.9 vs 5.1, p inferiore a 0.001 ) e BI ( 71.3 vs 49.2, p=0.045 ) erano migliori nel gruppo con gambe incrociate.
La mortalità tra i gruppi è risultata notevolmente differente; solo 1 paziente è morto nel gruppo con gambe incrociate contro 18 soggetti nel gruppo con gambe non-incrociate ( p inferiore a 0.001 ).
In conclusione, il segno delle gambe incrociate è un reperto clinico facilmente identificabile ed è indipendente da ulteriori esami tecnici.
Incrociare le gambe entro i primi 15 giorni dopo ictus grave indica un esito favorevole, includendo deficit neurologici inferiori, una migliore indipendenza nella vita quotidiana e tassi di mortalità più bassi. ( Xagena2011 )
Rémi J et al, Neurology 2011; 77: 1453-1456
Neuro2011