Per valutare il rischio della carenza di glucosio-6-fosfato deidrogenasi ( G6PD ) sulla prognosi dell'ictus, sono stati confrontati gli esiti tra i pazienti con ictus con e senza deficit di G6PD.
Lo studio ha reclutato 1.251 pazienti con ictus ischemico acuto. I pazienti sono stati classificati individualmente in gruppi con deficit di G6PD e non-deficit di G6PD in base all'attività di G6PD al momento del ricovero.
L'endpoint primario era un esito sfavorevole a 3 mesi definito da un punteggio alla scala Rankin modificata ( mRS ) maggiore o uguale a 2 ( inclusa disabilità e morte ).
Gli esiti secondari includevano il punteggio complessivo alla scala mRS a 3 mesi e la morte in ospedale e tutti i decessi entro 3 mesi.
Su 1.251 pazienti, 150 ( 12.0% ) presentavano deficit di G6PD. I pazienti con deficit di G6PD avevano percentuali più elevate di aterosclerosi delle grandi arterie ( odds ratio, OR 1.53 ) e storia di ictus ( OR 1.93 ) rispetto al gruppo non-deficit di G6PD.
I due gruppi differivano significativamente nella distribuzione complessiva del punteggio alla scala mRS ( odds ratio aggiustato comune, aOR 1.57 ).
I pazienti con deficit di G6PD hanno presentato tassi più elevati di esito negativo a 3 mesi ( aOR 1.73; aumento del rischio assoluto aggiustato 13.0% ).
L'hazard ratio ( HR ) di morte in ospedale per i pazienti con deficit di G6PD è stato pari a 1.46.
Il deficit di G6PD è associato al rischio di esiti sfavorevoli a 3 mesi dopo l'ictus ischemico e può aumentare il rischio di morte in ospedale.
Questi risultati forniscono elementi a sostegno dello screening G6PD nei pazienti con ictus. ( Xagena2020 )
Ou Z et al, Neurology 2020; 95: 1471-1478
Neuro2020