Sebbene siano stati definiti i fattori dell’outcome ( esito ) a lungo termine nei pazienti colpiti da ictus ischemico acuto, meno si sa circa quelli che preannunciano il peggioramento iperacuto dopo terapia trombolitica.
Ricercatori degli Ospedali Universitari di Cleveland hanno cercato di individuare i predittori di un peggioramento clinico a breve termine.
Hanno preso parte allo studio 201 pazienti con ictus ischemico acuto, che hanno ricevuto terapia trombolitica entro 6 ore dall’insorgenza dei sintomi.
Dei 201 pazienti, il 13% è peggiorato, il 39% è migliorato ed il 48% non ha subito cambiamenti a 24 ore dal trattamento trombolitico.
La maggior parte dei pazienti ( 72% ) ha ricevuto trombolisi intraarteriosa.
I pazienti che sono peggiorati, rispetto a quelli che sono migliorati, presentavano una maggiore probabilità di avere emorragie intracraniche complicate ( p < 0.001 ), assenza di ricanalizzazione ( p = 0.026 ) e maggiori livelli di glicemia ( p = 0.049 ).
L’iperglicemia ( > 150mg/dl ) era maggiore nei pazienti che sono peggiorati, anche in presenza di ricanalizzazione ( p = 0.004 e OR, odds ratio = 6.47 ).
Il modello di regressione logistica ha mostrato che l’odds ratio per l’aumento del rischio di outcome non favorevole e di mortalità per un aumento della glicemia di 50mg/dl era 1.56 e 1.38, rispettivamente.
L’iperglicemia e l’emorragia intracranica complicata sono risultati essere predittori indipendenti di peggioramento iperacuto nei pazienti con ictus ischemico acuto sottoposti a terapia trombolitica. ( Xagena2004 )
Leigh R et al, Stroke 2004; 35: 1903-1907
Neuro2004