Diversi studi clinici hanno concluso che la temperatura all’ingresso in ospedale ha un significato prognostico nell’ictus acuto.
Studi sperimentali hanno mostrato che l’ipertermia aumenta la dimensione dell’infarto.
Lo studio ha verificato l’ipotesi che un’iniziale temperatura corporea influisce sull’outcome.
Lo studio prospettico ha coinvolto 785 pazienti , consecutivi (584 con infarto cerebrale e 141 con emorragia intracerebrale), arrivati alla Stroke Unit entro 6 ore dall’inizio dell’ictus.
La temperatura corporea era misurata al momento dell’ingresso in ospedale e ogni 2 ore durante le prime 24 ore.
All’ingresso la temperatura era normale
I pazienti sono stati divisi entro 2 gruppi sulla base della gravità dell’ictus al momento dell’ingresso in ospedale:
1) SSS (Scandinavian Stroke Scale Score) inferiore o uguale a 25, ictus grave;
2) SSS maggiore a 25, ictus lieve-moderato.
Nei pazienti con ictus grave la temperatura corporea è aumentata 4-6 ore dopo l’insorgenza dell’ictus.
L’aumento della temperatura corporea dopo 10-12 ore risultava associato ad una prognosi non favorevole.
Nei soggetti con ictus lieve-moderato, non è stato osservato alcun aumento significativo della temperatura.
La temperatura iniziale superiore a 37,5 °C non era associata ad una forma grave di ictus o all’outcome.
In conclusione: nell’ictus grave, un significativo aumento della temperatura è avvenuto alcune ore dopo l’insorgenza dell’ictus.
L’infarto cerebrale grave e l’emorragia intracerebrale producono un aumento della temperatura, mentre una temperatura più alta al momento dell’ingresso in ospedale non ha effetto sulla gravità dlel’ictus. ( Xagena 2001 )
Boysen G et Christensen H , Stroke 2001; 32: 413-417