La sindrome metabolica, un insieme di alterazioni del metabolismo del glucosio e dell’insulina, obesità e distribuzione addominale di grasso, dislipidemia e ipertensione, è associata a malattia cardiovascolare.
Uno studio coordinato da Sudhir Kurl della University of Kuopio, in Finlandia, aveva come obiettivo quello di esaminare la relazione tra ictus e sindrome metabolica, definita secondo i criteri del National Cholesterol Education Program ( NCEP ) e del World Health Organization ( WHO ).
Lo studio, basato sulla popolazione, aveva un periodo osservazionale ( follow-up ) di 14.3 anni.
Hanno preso parte allo studio 1131 uomini senza alcuna storia di malattia cardiovascolare e di diabete al basale.
Nel corso del periodo di follow-up si sono manifestati 65 casi di ictus, 47 dei quali erano di tipo ischemico.
Gli uomini con sindrome metabolica secondo la definizione del NCEP presentavano un rischio generale 2.05 volte maggiore, e 2.41 volte maggiore di ictus ischemico, dopo aggiustamento per stato socio-economico, fumo, alcol e storia familiare di malattia coronarica.
I risultati sono rimasti significativi, nonostante ulteriori aggiustamenti per i cambiamenti ischemici durante il test da sforzo, per i livelli plasmatici di colesterolo LDL, per i livelli plasmatici di fibrinogeno, per l’assunzione di energia attraverso grassi saturi, per dispendio di energia mediante attività fisica nel tempo libero, per la conta dei leucociti.
Il risk ratio ( rapporto dei rischi ) tra gli uomini con sindrome metabolica, secondo la definizione WHO, è stato 1.82 per tutti gli ictus, e 2.16 per l’ictus ischemico.
Dopo ulteriori aggiustamenti, i rischi rispettivi sono stati 2.08 e 2.47.
I dati dello studio hanno mostrato che il rischio di ictus aumenta negli uomini con sindrome metabolica. ( Xagena2006 )
Kurl S et al, Stroke 2006; 37: 806 - 811
Neuro2006 Endo2006