È stato correlato un panel di biomarcatori infiammatori al rischio di ictus ischemico incidente in un campione di residenti in comunità.
Sono state effettuate le misurazioni di 15 biomarcatori infiammatori circolanti nella prole di Framingham senza ictus, sottoposta al ciclo di esami 7 ( 1998-2001 ).
Nel modello 1 l’aggiustamento ha incluso età e sesso; nel modello 2 sono stati anche presi in considerazione la pressione arteriosa sistolica, il trattamento dell’ipertensione, l’abitudine al fumo, il diabete mellito, le malattie cardiovascolari, e la fibrillazione atriale.
Su 3.224 partecipanti ( età media 61 anni, 54% donne ), 98 hanno manifestato un ictus ischemico incidente ( follow-up medio di 9.8 anni ).
Nel modello 1, ln-proteina C reattiva (In-CRP) ( hazard ratio, HR=1.28 ), ln-recettore 2 del fattore di necrosi tumorale ( In-TNFR2 ) ( HR=1.33 ), ln-omocisteina totale ( In-tHcy ) ( HR=1.32 ), e il fattore di crescita dell’endotelio vascolare ( VEGF ) ( HR=1.25 ) erano associati al rischio di ictus ischemico incidente.
Tutte le associazioni, ad eccezione di In-CRP, sono rimaste significative nel modello 2 ( In-TNFR2: HR=1.24; ln-tHcy: HR=1.20; VEGF: HR=1.21 ).
L'aggiunta di questi 4 biomarcatori al punteggio clinico Framingham Stroke Risk Profile ha migliorato la previsione del rischio di ictus ( miglioramento della riclassificazione netta: 0.34, P minore di 0.05 ).
In conclusione, i livelli più elevati di 4 biomarker ( proteina C-reattiva, omocisteina totale, recettore del TNF di tipo 2 e VEGF ), erano correlati a un aumentato rischio di ictus ischemico incidente, migliorando la capacità predittiva del punteggio Framingham Stroke Risk Profile.
Sono necessarie ulteriori ricerche per esplorare il loro ruolo come potenziali bersagli terapeutici. ( Xagena2016 )
Shoamanesh A et al, Neurology 2016; 87: 1206-1211
Neuro2016